
- On Aprile 14, 2020
- In blog Eleonora Trapletti Life Style
- Tags: bolivia, servizio civile
Servizio Civile in Bolivia, un’esperienza indelebile
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CHI L’AVREBBE MAI DETTO? LA MIA ESPERIENZA DI SERVIZIO CIVILE IN BOLIVIA NEL CENTRO QALAUMA
Era da diverso tempo che riflettevo sulla possibilita’ di svolgere un anno di servizio civile all’estero.
Pensavo e ripensavo, ma ogni volta c’era qualcosa che mi bloccava e mi faceva rimanere ferma sull’idea di scegliere una citta’ dove vivere in modo più stabile e cercare lavoro.
Non sono per nulla vecchia, ma la pressione sociale che avevo mi faceva zittire la voce interna che emergeva ogni volta per farmi scegliere l’esperienza del servizio civile.
Cosi senza farmi troppe aspettative, ho iniziato piano piano a leggere i progetti che venivano proposti dalle varie associazioni e a cercare di capire dove voler andare.
L’impresa non e’ stata semplice, dato che l’interesse verteva su molti progetti, ma alla fine sono riuscita a sceglierne uno , quello che piu’ (secondo me) mi rappresentava e che rispondeva a una tematica che per molti anni ho studiato e mi gratificava.
Una nuova incredibile esperienza stava bussando alla mia porta
Ho letto con attenzione il progetto ed ero sempre piu’ convinta di voler fare la mia candidatura.
Il tema era “settore giustizia” e la figura che stavano cercando poteva corrispondere a quello che piu’ mi interessava.
Ho fatto il colloquio e sono rimasta in attesa della risposta per qualche mese.
Ricordo ancora l’emozione che ho avuto quando ho ricevuto la chiamata da parte della presidentessa di CVCS.
Non potevo ancora crederci che da lì a poco sarei partita per un anno destinazione La Paz!
La mia mente ha recepito benissimo la notizia, ma allo stesso tempo non riusciva a focalizzare il tutto.
Sarei partita per un anno? E adesso?
I pensieri hanno iniziato a scorrere veloci e l’emozione e la paura erano molte.
Preparazione della valigia, del visto, salutare con malinconia la mia famiglia e le persone attorno a me ma ormai c’ero….pronti e via insieme ai miei compagni di avventura.
Atterrata in Bolivia
Avevo un mix di emozioni interne difficili da descrivere e ancora non riuscivo a credere che stavo realizzando il progetto che ho rincorso per diversi anni.
Siamo atterrati all’aeroporto di El Alto in Bolivia, a quasi 4000 m di altezza e lì ad aspettarci c’era Sara, la nostra Olp italiana pronta ad accoglierci e a farci conoscere un po’ la città.
L’altitudine e’ stato uno dei primi ostacoli che ho dovuto affrontare, ma dopo qualche giorno tutto era passato ed ero pronta a godermi questa citta’.
La Paz
Fin da subito si è presentata una realtà molto differente da quella alla quale ero abituata, ma la curiosità era alle stelle e non riuscivo a togliermi il sorriso dalle labbra.
I colori presenti nella citta’ hanno catturato la mia attenzione e anche adesso, nonostante siano passati alcuni mesi, mi meraviglio ogni volta che scopro un angolo nuovo di La Paz.

Chiesa di San Francisco – La Paz

Mercato di El Alto
La Bolivia e’ uno dei posti del Sud America dove si sono conservate le numerose caratteristiche che rendono uniche e particolari questo posto.
Vedere le cholitas di tutte le eta’ che camminano per la strada, avvolte dal loro aguaio e vestiti colorati mi trasmette un senso di felicita’.
Mi insegnano ogni giorno, pur non sapendo, la determinazione nel lavoro e nella vita.

Cholitas al mercato

Cholita con il suo bambino
Ogni giorno, nonostante le difficolta’ causato anche dal vivere in un contesto diverso dal mio, cerco di cogliere le cose positive e apprezzare la semplicita’ delle persone.
Nonostante tutto, quello che sto vedendo e vivendo, mi conferma ancora di piu’ che ho scelto un posto interessante e bello dove poter fare questa esperienza del servizio civile.
Il lavoro mi piace, mi occupo insieme agli altri assistenti sociali che stanno facendo il tirocinio per l’universita’ della fase post penitenziario.
Il mio ruolo consiste nel seguire i giovani che sono all’interno del centro di riabilitazione Qalauma da piu’ di 6 mesi.
Devo capire quali sono i loro bisogni, che possono variare da un appoggio della formazione scolastica , lavorativo, relazionale, psicologico, salute e legale.

Con i tirocinanti delle universita’
Mi entusiasma questo tipo di lavoro perche’ mi piace parlare con i ragazzi e poter offrire a loro un aiuto concreto.
La realta’ del sistema penitenziario non e’ facile e spesso ci si scontra per i diversi modi di riabilitare tra l’équipe multi disciplinario e la polizia.
Il progetto di Qalauma
Credo nel progetto post penitenziario di Qalauma, credo nei valori e nell’educazione che si vuole trasmettere ai ragazzi, non tramite la disciplina militare, ma tramite la riflessione e il ragionamento.
I ragazzi che si trovano all’interno del centro devono avere una seconda possibilita’ per poter migliorare le loro condizioni di vita.
Quello che cerco ogni giorno di trasmettere ai ragazzi e’che
“nella vita c’e’ sempre una seconda chance se sai costruirtela e non bisogna mai arrendersi perche’ la vita e’ bella e imprevedibile e bisogna sempre lottare contro le difficolta’ quotidiane”

Taller con i ragazzi di Qalauma
Nessuno e’ perfetto e tutti commettono errori, ma non per questo bisogna fermarsi.
Parlo con i giovani e ogni giorno di piu’ mi rendo conto che l’aiuto che ci diamo e’ reciproco, mi piace uscire dal mio ruolo formale di assistente sociale.
Mi piace stare con loro seduta e parlare di molte cose della vita, riconoscendo sempre di piu’ che l’ascolto e una semplice chiacchera genera sentimenti positivi.
Non sempre e’ facile, per questo motivo e’ importante non perdere di vista l’obiettivo e i valori che vogliamo trasmettere, in modo che risulta piu’ stimolante lavorare con entusiasmo e aiutare con tutti gli strumenti possibili i ragazzi che si trovano nel centro che hanno bisogno di una seconda possibilita’.
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