
- On Aprile 5, 2020
- In blog Ilaria Ciamarone
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La Storia di Beetourist Capitolo 3
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Capitolo 3
In questo capitolo la storia di Bee è il riflesso della mia.
Fino ad oggi sono state 3 le volte in cui mi sono trovata davanti alla tentazione di abbandonare Beetourist.
Ti racconto la prima.
Immagina Beetourist come una macchina, io premevo l’acceleratore e nel 2015 ho dovuto dosare il gas.
Ma ciò che ho affrontato quell’anno è stato un allenamento alla vita, mi ha cambiata, mi ha forgiata, ha addormentato per sempre la mia parte “bambina” , mi sono scoperta lucida e fredda dinanzi a qualunque ostacolo, risoluta e repressiva verso ogni emozione.
Questa palestra mi ha consentito di saltare agilmente gli ostacoli e le delusioni che leggerai nei prossimi capitoli ( perché credimi se ti dico che potrei scrivere un romanzo) …
E ora , che per la prima volta apro il vaso e metto per iscritto ciò che ho dentro mi chiedo:
Sono felice di essere diventata così?
Entusiasta e innamorata della vita , sempre pronta a buttarmi ma allo stesso tempo con una corazza che nessuno può oltrepassare… La risposta è si… Anche se in fondo spero arrivi qualcuno in grado di far entrare un po’ di calore, appena sufficiente a crepare l’Iceberg.
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La paura induce cambiamenti fisici e mentali, ti prepara all’azione
Febbraio 2015 , il layout del sito era pronto e anche il back end era quasi ultimato.
Vedevo la luce alla fine del tunnel. Lavoravo da casa, avevo selezionato le offerte da caricare sul portale e avevo stilato una serie di aziende da contattare per fare delle convenzioni e iniziare così a creare un portafogli clienti.
Anche se il sito ancora non era pronto , amici e vecchi clienti della banca che erano a conoscenza della nuova attività iniziarono ad affidarmi l’organizzazione delle loro vacanze, tutto procedeva .
Ricevetti la telefonata di mia madre che da qualche giorno lamentava dolori addominali e gonfiore, come sempre le risposi in modo veloce , presa dalle mille cose da fare tra casa e lavoro. Mi disse di aver cercato di prenotate privatamente un ecografia ma la prima data utile era la settimana seguente. Così spazientita le dissi che era assurdo, di prepararsi che la sarei passata a prendere per portarla in pronto soccorso.
E così feci , spazientita…lo scrivo di nuovo , spazientita, perché nei mesi seguenti quel tragitto in auto fino all’ospedale con quella sensazione di dover correre perché avevo da fare, perché stavo levando tempo al lavoro o alla palestra o alle faccende, quella sensazione l’ho odiata.
Quella sera dopo aver atteso da sola nella sala d’aspetto, mia madre mi fece chiamare da un ‘infermiera.
Entrai nella stanza , lei era seduta sul lettino con il suo vestito rosso , aveva i capelli mossi color miele, era perfetta , tutta d’un pezzo. Mi guardò e mi disse : “ Ilaria , ascoltami bene, mi hanno fatto un ecografia, ho l’addome pieno di liquido, pensano sia ascite. Pensano sia un tumore.”
In quel preciso momento, la mia vita è cambiata.
Dicono che la paura induca cambiamenti fisici e mentali , ci prepara all’azione.
Feci un passo avanti, le presi la mano e le dissi di stare tranquilla. Qualsiasi cosa i medici avrebbero detto , noi avremmo avuto un piano di attacco e di difesa. Noi avremmo vinto.
Chiamai mio fratello, poi mio padre che viveva a Venezia. Il giorno seguente trovai le parole per dirlo a mia nonna.
A mia madre diedero pochi mesi di vita, il primario fu davvero delicato, disse “ signorina succederà questo, il liquido arriverà ai polmoni e sua madre non potrà più respirare, si prepari.” Le fecero una laparoscopia e dissero che in quello stato non poteva essere operata.
Mentre aspettavo che uscisse dalla sala operatoria ricevetti la mail : Il sito era pronto.
Avevo aspettato quella dannata mail per un anno.
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Come si mangia un elefante ? un boccone alla volta . ( proverbio africano)
Avevo due elefanti, uno era la malattia di mia madre e l’altro il sito che era stato dichiarato pronto ma che nell’ anno non avrebbe mai funzionato. Una volta il problema era di caricamento, un’altra si bloccava, un’altra ancora non compariva sul sito ciò che caricavo nel back end.
Quindi decisi di prendermi del tempo , dedicarmi a mia madre, non appena si fosse tranquillizzata la situazione avrei cercato un’altra agenzia, avrei chiesto un preventivo stavolta per un sito molto più semplice e avrei fatto cassa con i clienti presenti ora per poi reinvestire i guadagni e crescere.
Sembrava la soluzione migliore.
Quanto a mia madre iniziai a studiare integratori per alleviare gli effetti collaterali della chemio, l’alimentazione migliore, incredibile cosa si può imparare, cercai gli specialisti e fissai tutti gli appuntamenti per decidere a quale affidare la persona più importante della mia vita.
Iniziammo le cure, le tagliai i capelli e insieme scegliemmo la parrucca più bella , ridendo e brindando. Questo percorso andava fatto e allora tanto valeva farlo nel modo più “cazzuto” possibile.
Tutto ora era organizzato .
Durante il giorno stavo con lei e la vedevo perdere tutta quella perfezione che avevo notato quella sera in ospedale, nel tardo pomeriggio quando rientravo a casa chiudevo il mondo fuori.
Preparavo la cena, e cercavo di non pensare, con Marco ne parlavo il meno possibile , aveva tanti pregi ma lo conoscevo e sapevo che certi argomenti lo mettevano in difficoltà. Era presente , non fraintendermi , ma a modo suo, a me bastava stendermi sul divano nel nostro solito incastro e addormentarmi mentre mi toccava i capelli.
Ho imparato che non devi chiedere alle persone più di quanto non siano in grado di dare. Devi chiedere a te stessa se puoi amare il modo o la misura in cui danno a te.
Quell’estate organizzai il mio primo on the road negli Stati Uniti , merito di Marco che rientrando a casa tirò fuori l’estratto conto del programma mille miglia Alitalia, mi guardò e disse : ” Partiamo. Los Angeles? “
15 giorni dopo eravamo in aeroporto, West Coast on the road , uno dei viaggi più belli , in un periodo in cui avevo messo da parte tutto, un viaggio mi riportava alla vita.
Arriviamo alla fine di questa orribile parentesi.
Dopo l’estate mia madre finì le terapie ed è il caso di dire “miracolosamente “ vinse la partita, anzi la vincemmo perché eravamo scesi tutti in campo con qualsiasi mezzo. Compreso mio padre dopo 10 anni di separazione.
La lezione più importante che i miei genitori mi hanno dato è che per quanto la vita ti porti su differenti strade, sotto queste, le radici restano e basta una parola per rimettere tutti sulla stessa carreggiata.
L’anno seguente , tornata la calma , trovai una nuova web agency e per Beetourist iniziò un nuovo capitolo.
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Nel prossimo capitolo :
La realizzazione del nuovo sito
L’incontro con la donna che mi insegnò il mestiere
Non hai letto il capitolo 2 ?
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